L’amore della famiglia, l’amore per la propria terra e per i prodotti che ci dona sono alla base dell’etica di un’impresa locale che ha portato il proprio marchio a diventare una realtà affermata in Italia e all’estero.
A cura di Francesca Leoci e Rosa Porro
Nel lontano 1940, Antonio Fiore diventa fondatore di un semplice panificio che nel corso degli anni è diventato una vera e propria azienda a caratteri industriali, un brand internazionale nelle mani della terza generazione. Fiore di Puglia, azienda di Andria, ad oggi raggiunge un fatturato di 8 milioni di euro, una realtà significativa dato il costo medio al chilo molto basso ma con una produzione di 150 quintali al giorno. Questo fattore è stato condizionato sfortunatamente dalla crisi attuale, ma in pre pandemia è riuscito a raggiungere addirittura i 10 milioni grazie anche ai fornitori che si riferiscono anche all’ambito della ristorazione e dei mezzi di locomozione.
Strategia commerciale
“La nostra strategia è quella di allinearci con ciò che ci chiede il mercato e, se siamo bravi, ad anticiparlo.” – ci spiega Tommaso Fiore – “Dopo il momento pandemico, la gente inizia a guardarsi intorno e a desiderare di mangiare in maniera salutare. Per questo abbiamo messo giù una linea di prodotti ad alto contenuto di proteine, a basso contenuto di grassi saturi.”
Col ritorno del riciclabile in una maniera particolarmente attenta, anche Fiore di Puglia si impegna a essere parte di un mondo più ecologico. “Producendo una grande quantità di rifiuti, il 70% delle nostre plastiche sono compostabili e riciclabili.” Con una prospettiva eticamente green dell’impresa, già 20 anni essa ha iniziato a utilizzare pannelli fotovoltaici per circa 100 Kilowatt, ed è stata la prima a utilizzare come riscaldamento per i propri forni il pellet certificato anziché il gasolio.
Gli ostacoli della Puglia in ambito imprenditoriale
Nonostante la Puglia abbia molto da offrire, purtroppo non viene ancora visto come un punto strategico per l’organizzazione di eventi portando gran parte degli imprenditori pugliesi a spostarsi con a carico la propria merce che causa maggiori costi.
“Dal punto di vista turistico la Puglia è molto forte durante la stagione estiva, ma da novembre fino ad aprile le strutture ricettive del posto perdono tutti i guadagni di un’intera stagione. Per cui l’intendo sarebbe quello di organizzare degli eventi capaci di portare un flusso turistico anche nel periodo invernale.”
I punti di forza di una regione tanto conosciuta per le bellezze paesaggistiche e le meraviglie culinarie tradizionali, dovrebbero essere l’input per avviare un percorso enogastronomico che non si focalizzi esclusivamente in determinati periodi dell’anno, spostando il baricentro del business anche in Puglia a 360°.
Fiore di Puglia riceve il premio Industria Felix
“La società Industria Felix ha scelto un certo numero di aziende valutando le loro performance. Per noi è già il terzo anno consecutivo dalla ricezione di questo premio, e ci sentiamo grati di essere tra i primi tra 80 aziende che vanno dal food al tessile al manifatturiero.”
Ricerca e Innovazione. L’azienda investe in questo campo?
“La nostra appartenenza al territorio non è solo nel nome del brand. Abbiamo creato il primo prodotto a Km 0: questo significa che con un processo di qualità, marketing e sperimentazione, siamo riusciti a trovare prodotti in loco creando quindi una linea al 100% a Km 0” afferma Tommaso Fiore.
Circa 2 anni fa Fiore di Puglia ha iniziato un progetto che si basa sulla ricerca e lo sviluppo. L’azienda ha intrapreso un percorso in cui tutta la produzione tipicamente pugliese debba avere 100% materie prime autoctone e dove si è deciso di riprendere le tradizioni con l’utilizzo del lievito madre per donare friabilità a tutti i nostri prodotti che, con un concetto di economia circolare, vengono recuperati gli enzimi dalla buccia delle lenticchie. “Tutto ciò ha portato a investire 1 milione 800 mila euro con produttori locali nel campo della tecnologia e della metalmeccanica.”
Articolo tratto dal Corriere di Puglia e Lucania